Prima che nascesse Casoni, Amborzasco risultava il centro più prossimo alla vetta della montagna sacra del Penna ed ancora adesso, nel dialetto locale, viene chiamato Ambrosasco. L'etimologia di questo nome racchiude quello con cui venivano chiamati i primi liguri: Ambros, forse perché chiusi, umbratili, riservati. L'aggiunta di "asco" o meglio "osco" che presso gli antichi abitanti significava monte, porta a ravvisare nel nome di Amborzasco l'antica definizione attribuita al Penna di monte dei liguri, nome perfettamente corrispondente al culto da loro professato.
Nel periodo compreso tra la fine della dominazione napoleonica e l'unificazione d'Italia, Amborzasco si trovava al confine tra il regno di Sardegna ed il ducato di Parma e Piacenza, governato a quel tempo da Maria Luisa d'Austria. In quel periodo la popolazione della valle si dedicava prevalentemente al contrabbando. A causa di ciò Maria Luisa fece costruire diverse caserme in cui fare alloggiare gli incaricati alla riscossione dei pedaggi sui traffici.
Il borgo presenta una tipologia urbana irregolare con tutte le caratteristiche strutturali proprie dei centri del comprensorio. La chiesa ad un'unica navata con cappelle laterali, posta all'ingresso del paese, ripropone i caratteri architettonici della parrocchiale di Vicomezzano, costruita all'inizio del XIX secolo. A differenza di questa il campanile in pietra grezza si trova su un fianco della chiesa e porta impressa la data del 1786.